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Il complesso architettonico di Corte Valle Re fu edificato sulle rovine del castello medioevale detto della “Montanara”, nel luogo dove sgorgano le acque naturali dei fontanili tutelato a Riserva naturale.
Le prime notizie storiche della Valle risalgono al secolo XV, al tempo di proprietà dei signori Da Correggio. Tra i secoli XVII–XVIII la Valle appartenne ad importanti famiglie nobili reggiane, tra le quali: i Guidotti, che la cedettero nel 1724 al conte Antonio Re, i cui eredi, fra cui il figlio Filippo (1763-1817), celebre agronomo, ne conservarono il possesso fino al 1790, per cederla poi ad una nobile famiglia ebrea di Reggio Emilia, i conti Levi.
La corte era il centro di un abitato costituito da case coloniche, mulino, caseificio e fabbricerie, la cui superficie andava ben oltre quella delimitata dalla Riserva. Valle Re ospitava, oltre ai nobili, anche alcune famiglie di falegnami, cavallari, casari e mugnai che conferivano un alto grado di autosufficienza a tutta la comunità; le stesse funzioni religiose si svolgevano nell’oratorio del luogo.
Oggi, le tracce dell’antico paesaggio agrario ed architettonico sono ormai molto labili, difatti la Valle si presenta priva di piantumazione e delle culture tradizionali e gran parte delle case coloniche sono state abbattute: restano le abitazioni dei podere Catena, all’ingresso della tenuta e del podere Cabassa, sulla strada bianca che conduce al vecchio mulino, posto nel punto in cui il cavo Rubino si immette nel cavo Cava.
Il complesso architettonico della corte, attualmente un stato di decadimento, è costituito da quattro costruzioni: verso sud si innalza un lungo fabbricato sormontato da una torretta, all’interno del quale erano situati l’oratorio, i magazzini e le misere dimore delle numerose famiglie dei braccianti agricoli. Quasi al centro del complesso edilizio si innalza l’edificio padronale che ingloba probabilmente l’antico “casino della Valle”, come appare su mappe e documenti tardo medioevali. I due fabbricati adiacenti la palazzina padronale, verso ovest e verso est, erano invece adibiti a stalle e fienili: si tratta di edifici di interesse storico-architettonico in quanto realizzati con materiali e tecniche non più in uso, la cui ricostruzione è databile alla seconda metà del XVIII sec.
L’oratorio dedicato alla Beata Vergine, raffigurata sulla pala del piccolo altare, ricco di mobilio d’epoca, di ex-voto che richiamavano alla memoria episodi di vita accaduti nella Valle, è stato distrutto e depredato dai vandali.