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A Doccia, nei pressi di Fiumalbo, si trovano circa venticinque edifici rurali in pietra che presentano particolari facciate a gradoni ricoperti e protetti da lastre di arenaria. L’origine antica e la struttura particolare consentono di ricondurle alla cultura celtica, quale testimonianza dell’architettura e della storia degli antichi abitanti delle montagne del Frignano, con i loro usi e costumi. Quella celtica fu infatti la prima civiltà complessa d’Europa: gli edifici rurali di Doccia risalgono alle invasioni dei Celti del IV secolo a.C.
Tipicamente, la capanna celtica è a pianta rettangolare e costruita in muratura di sasso e malta di terra. Sono sempre erette a ridosso di uno sbalzo di terreno, per consentire un uso pratico dei due piani (terra e sottotetto) come stalla e fienile. La capanna era abitata al piano superiore, con gli armenti a quello inferiore per riscaldare l’ambiente.
Il caratteristico dorso "a scaglie" ed il tetto a gradoni (forma che favorisce lo scioglimento delle nevi ed agevola nelle opere di riparazione) sono pertanto elementi riconducibili all’influsso di genti di razza celtica, che secondo gli studiosi discesero in zona dal X al III sec. a.C. provenienti da Germania, Cecoslovacchia, Polonia, Ucraina e Bielorussia. Tale tipologia di tetto allo stato rurale è un’esclusiva italiana del Frignano modenese.
Il tetto era reso leggero dalla paglia (che protegge l’abitazione dal freddo e dall’umidità), per non appesantire il sottotetto in travi di faggio tenute insieme da un intreccio di viticci. Le capanne celtiche, collocate sulle alture, costituirono l’ultimo baluardo opposto dai Celti all’avanzata romana. I romani sospinsero infatti i Friniati verso il Monte Cimone e la Toscana, attraendo sull’Alto Frignano i Celti, precedentemente insediati in pianura.
La visita in loco è gradevole specialmente in primavera, quando i prati limitrofi, delimitati da muretti a secco, si colorano delle fioriture gialle della primula odorosa e di quella blu-violetto della genzianella di Koch.