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La media e alta val d’Enza è una delle più belle vallate di tutto l’Appennino Emiliano. L’ambiente unisce le sue attrattive al cospicuo patrimonio monumentale, legato in gran parte alla memoria di Matilde di Canossa. Ricchissimo è il patrimonio degli antichi borghi, con le tradizionali case di sasso. Dopo i suggestivi calanchi argillosi di Canossa, l’ambiente si fa più verde con i boschi di pino silvestre nella valle di Tassobbio (sotto Crovara e Logoreccio).
L’alto e medio corso del torrente Enza attraversa spessi strati rocciosi, costituiti in gran parte da arenarie e marne. In alcune zone l’alveo fluviale è profondamente incassato tra ripide pareti strapiombanti mentre, in altri luoghi, si allarga occupando un’ampia superficie. In questa località il torrente è facilmente accessibile e visitabile.
Il corso d’acqua fluisce all’interno di un alveo assai vasto suddividendosi in diversi rami secondari e dando spesso origine ad interessanti canali con pochi centimetri di acqua entro i quali si possono attuare numerose osservazioni.
Durante i mesi estivi questo tratto si inaridisce. Non è raro imbattersi in pregevoli esemplari di una bella pietra ornamentale nota con il nome di “paesina”, le cui stratificazioni richiamano le immagini di un paesaggio incantato.
E’ possibile anche individuare alcuni tipi di fossili, solitamente rinchiusi entro una varietà di pietra di color giallastro con tracce di stratificazione. Questi fossili, noti con il nome di fucoides, hanno l’aspetto di alghe o di erbe fittamente ramificate, non si tratta di vegetali ma delle tracce del passaggio di organismi marini limivori.