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Il rilievo montuoso è ricoperto da una estesa formazione forestale che riveste grande interesse naturalistico e paesistico, conservando numerose realtà botaniche e faunistiche. A livello geologico il monte Duro fa parte di un più vasto affioramento di “flysch” che comprende, verso oriente, i rilievi del monte Pilastro e del monte Lusino. La formazione, che risale alla parte terminale del Cretaceo superiore (Senoniano) e probabilmente raggiunge l’inizio del Terziario (Paleocene inf.), è costituita da sequenze ben stratificate di calcari, sovente con base arenacea, marne e argilliti. La minor resistenza agli agenti atmosferici di marne e argille ha dato luogo in questo settore ad un rilevante fenomeno di erosione selettiva, con la formazione dei cosiddetti “muri del diavolo” (la parte residua degli strati, di natura calcareo-arenacea), ben visibili lungo la SS 63 all’altezza del Bocco. Di un certo interesse è il rinvenimento nella parte alta della formazione della “pietra paesina”, un tempo denominata anche “calcare ruiniforme”, poiché simula l’aspetto di un paese in rovina, talvolta in modo veramente suggestivo.
Il rilievo montuoso è caratterizzato da una delle più estese formazioni forestali del nostro territorio collinare, l’area riveste grande interesse naturalistico e paesistico, per la presenza di numerose particolarità botaniche e faunistiche.
Anticamente la costa di monte Duro era risalita dalla strada di probabile origine medievale che raccordava Vezzano a S. Giovanni di Querciola e Sarzano. Può essere considerata nell’area di monte Duro anche “Villa”, luogo in cui si innalza un grande caseggiato che mostra una certa ricercatezza architettonica. L’edificio in oggetto risale al 1780, epoca in cui venne innalzato dai Giaroli, ricca famiglia del tempo che venne in possesso dell’antico feudo di Montalto, già dei Canossa.