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La friabilità e l’erodibilità delle rocce argillose che costituiscono il substrato più diffuso delle colline reggiane spiega l’origine di uno dei fenomeni più tipici e vistosi dell’intero Appennino: i calanchi, ben visibili nel panorama che si può ammirare dal castello di Canossa.
I calanchi rappresentano fenomeni di intensa erosione superficiale provocata dalle acque in zone argillose. Si crea così un paesaggio insolito e suggestivo con pendii aridi e brulli che si presentano erosi in modo caratteristico, con piccole e strette valli, molto ravvicinate, separate da nette e ripide creste. Questo tipo di morfologia, priva di copertura boschiva e poco stabile, è dovuta all’azione erosiva dell’acqua di pioggia che dispersa in molti rivoletti (ruscellamento) incide profondi solchi a pareti subverticali in questa formazione molto erodibile, facendole assumere un aspetto del tutto singolare. Il solco centrale di ogni ventaglio calanchivo è occupato da una lingua di materiali fangosi scesi dalle pareti, queste colate discendono molto lentamente e con l’azione del sole si solidifica la superficie formando una crosta asciutta e crepacciata, pericolosa in quanto sotto nasconde decimetri di fango ancora liquido.